LA STORIA DI BRUNO
L’ORTOLANO

Com’è vivere a Burano?

Si vive bene a Burano, sono tutti tranquilli, onesti, puoi lasciare la porta aperta senza preoccuparti. Un’isoletta meravigliosa, incantata, con tanti colori, i turisti vengono da tutte le parti del mondo per vedere questo paesetto colorato. E poi qui siamo una famiglia unita.

Com’è il rapporto con i turisti?

Bello, spesso ti chiedono dove andare a mangiare, li vedi scattare fotografie e guardare i colori delle case, sono belle persone.

Che lavoro faceva da giovane?

Da quando ero ragazzino, nel ’43, avevo 12 anni e sono andato a lavorare il vetro, a Murano. Fino a 52 anni ho sempre lavorato il vetro, in realtà mi piacerebbe ritornare a lavorare in fornace perché si fanno cose belle, è un mestiere unico.

Poi in pensione invece ha cominciato a lavorare gli orti?

Si, da quando sono in pensione ho cominciato a lavorare gli orti a Venissa. Siamo in una decina, ognuno lavora il suo pezzettino di terra. A febbraio piantiamo “i bisi”, verso marzo invece coltiviamo le patate. Verso settembre invece si piantano verdure per l’inverno, cavoli, cappucci, verze.
Si fa tutto a mano, con il badile. Si sta in compagnia, ci aiutiamo e dopo il lavoro ci beviamo un bicchiere di vino.

Adesso qual’è la verdura di stagione?

Adesso ci sono le verze, i cavoletti di Bruxelles, i cardi. Bisogna curarli ma sono speciali, sono una meraviglia.